L.R. 17 maggio 1985, n. 44 (1).
Tutela e incremento della fauna ittica nelle acque interne. Norme per
l'esercizio
della pesca (2).
Titolo I Principi e disposizioni generali.
Art.
1 Oggetto.
La presente legge ha per oggetto la salvaguardia e l'incremento delle specie di fauna ittica viventi stabilmente o temporaneamente, in stato di naturale libertà, nelle acque interne della Regione, e l'esercizio della pesca e di ogni attività ad essa connessa, al fine di garantire un razionale sfruttamento delle risorse ed evitare il decadimento del patrimonio ittico.
Art.
2 Funzioni amministrative.
La Regione esercita le funzioni amministrative in materia
di pesca, di norma mediante delega alle Province. La Regione e le Province si
avvalgono, nell'espletamento delle funzioni di cui alla presente legge,
rispettivamente del Comitato consultivo regionale e dei Comitati consultivi
provinciali per la pesca.
Art.
3 Comitato consultivo regionale e Comitati consultivi provinciali per la pesca.
Il
Comitato consultivo regionale per la pesca è composto da:
1)
il componente la Giunta regionale preposto al settore,
o suo delegato, che lo presiede;
2)
il presidente di ciascuna Provincia o assessore
preposto al settore pesca della Giunta provinciale da lui delegato;
3)
il provveditore regionale alle OO.PP. o un suo
delegato;
4)
l'ispettore regionale delle foreste o un suo delegato;
5)
un rappresentante delle Comunità montane designato
dalla delegazione regionale dell'U.N.C.E.M.;
6)
un rappresentante dei pescatori di mestiere operanti
nelle acque interne della Regione;
7)
un rappresentante per ciascuna delle associazioni di
pesca sportiva operanti nel territorio regionale e riconosciute a livello
nazionale;
8)
il direttore dell'Istitùto zooprofilattico per
l'Abruzzo o un suo delegato;
9)
due esperti in ittiofauna scelti dalla Giunta
regionale;
10)un
rappresentante delle organizzazioni professionali agricole maggiormente
rappresentative;
11) un rappresentante per ciascuna delle
associazioni naturalistiche operanti nel territorio regionale e riconosciute a livello nazionale.
Ai lavori del Comitato partecipano senza diritto di voto, i dirigenti del servizio sport, tempo libero, caccia e pesca e del servizio beni ambientali della Giunta regionale, nonché un dirigente del settore lavori pubblici designato dal componente la Giunta regionale preposto al settore stesso. Le funzioni di segretario del Comitato sono esercitate da un dipendente regionale in servizio presso l'ufficio pesca, designato dal competente componente della Giunta.
I
Comitati consultivi provinciali per la pesca sono composti da:
1)
il Presidente della Giunta provinciale, o suo delegato,
che lo presiede;
2)
un rappresentante dei pescatori di mestiere, se
operanti nella provincia;
3)
un rappresentante per ciascuna delle associazioni di pesca
sportiva operanti nel territorio provinciale e riconosciute a livello
nazionale;
4)
l'ispettore ripartimentale delle foreste o suo
delegato;
5)
il dirigente del servizio del Genio civile o un suo
delegato;
6)
un rappresentante per ciascuna delle associazioni naturalistiche
operanti nel territorio provinciale e riconosciute a livello nazionale.
Le funzioni di segretario del Comitato provinciale sono esercitate da un funzionario addetto all'ufficio provinciale della pesca, designato dal Presidente della Giunta provinciale. Ai Comitati sono conferiti i compiti di studio e di ricerca per: a) la valutazione della consistenza della fauna ittica nelle acque interne, pubbliche e private; b) la protezione e la tutela della fauna di cui all'art. 1 della presente legge; c) la regolamentazione nell'uso di sostanze chimiche che possono compromettere la consistenza della fauna ittica e alterare gli ambienti naturali; d) la valorizzazione degli ambienti naturali; e) la formulazione di pareri sulle materie previste dalla presente legge.
I Comitati sono costituiti con decreto del presidente della Giunta regionale e della Giunta provinciale, nell'ambito delle rispettive competenze, sulla base delle designazioni delle istituzioni, delle federazioni, delle associazioni e delle organizzazioni interessate. I Comitati eleggono nel proprio seno un vice presidente scelto tra i rappresentanti dei pescatori. Non possono far parte dei Comitati coloro che siano stati condannati, con sentenza irrevocabile, per reati in materia di pesca.
I Comitati sono costituiti entro i tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge, durano in carica cinque anni e scadono comunque con lo scioglimento del Consiglio regionale o del Consiglio provinciale territorialmente competente. Alle spese per il funzionamento del Comitato consultivo regionale, valutate in lire 5.000.000 per il corrente anno, si fa fronte con lo stanziamento iscritto al capitolo 70 nello stato di previsione della spesa del bilancio in corso. Per gli esercizi successivi l'onere graverà sui corrispondenti capitoli dei pertinenti bilanci (3).
Art.
4 Piano regionale.
Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta
regionale, sentite le associazioni più rappresentative a livello nazionale
operanti nella Regione, approva entro due anni dall'emanazione della presente
legge la carta ittica per la definizione delle caratteristiche dei corsi
d'acqua al fine di individuare le specie da immettere e la localizzazione delle
attività programmate, predispone, di intesa con le amministrazioni provinciali,
piani annuali o pluriennali di intervento nel settore della pesca che
prevedono: - direttive riguardanti le funzioni regionali delegate; - limitazioni di qualsiasi genere valide
nell'intero territorio regionale, che possono avere per oggetto i tempi o i
luoghi della pesca, la quantità e la misura del pescato, l'uso di attrezzi, di
esche o di pasturazioni; - iniziative tese al miglioramento della educazione
piscatoria e naturalistica; - individuazione di zone destinate al ripopolamento
e alla riproduzione protetta delle specie ittiche.
Titolo II Esercizio della pesca.
Art.
5 Limiti e licenza di pesca.
L'esercizio della pesca è consentito nei limiti previsti dalle esigenze di conservazione dell'ittiofauna. Costituisce esercizio di pesca ogni attività diretta alla cattura della fauna ittica nelle forme e con l'uso di mezzi, tecniche ed attrezzi a ciò destinati, di cui al successivo art. 8. Ogni altro modo di cattura è vietato, compresa la pesca con le mani. Il pescato appartiene a chi lo abbia catturato secondo le norme fissate dalle leggi dello Stato e dalla presente legge. La pesca può essere esercitata da chi è in possesso della relativa licenza rilasciata dalla Regione, su apposito tesserino, in conformità al titolo III della presente legge. La Regione provvede alla stampa dei tesserini.
Art.
6 Attività di informazione e promozione.
La Giunta regionale provvede alla stampa di libretti sui quali sono trascritte le modalità per l'esercizio della pesca previste dalle leggi dello Stato e della Regione, e di altri eventuali opuscoli, onde fornire ai pescatori nelle acque interne una ampia informazione e contribuire alla loro specifica preparazione. Libretti o opuscoli a stampa sono rilasciati gratuitamente dalla Provincia ai richiedenti la licenza di pesca nelle acque interne, e a tutti i titolari di licenza, dietro esibizione della medesima. La Regione promuove la collaborazione attiva della scuola, delle organizzazioni sociali, delle associazioni culturali, naturalistiche e pescatorie, per diffondere la conoscenza delle specie ittiche e i modi della loro tutela (4).
Art.
7 Classificazione delle acque.
Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge
la Giunta regionale provvede, ai fini della pesca, alla classificazione delle
acque principali (categoria A) e secondarie (categoria B).
Si intendono per acque principali, quelle popolate da
salmonidi, tutte le altre sono secondarie. La classificazione è disposta con
decreto del Presidente della Giunta regionale, sentiti i pareri del Comitato
consultivo regionale e dei Comitati consultivi provinciali per la pesca
territorialmente competenti.
Art.
8 Disciplina per attrezzi, esche e sistemi di pesca.
Nelle
acque di categoria A la pesca può essere esercitata solo con una canna, con o
senza mulinello e con lenza armata con un solo amo. È consentita la pesca al
lancio con esca artificiale, con moschera o camolera, non superiore a 4 ami.
Nelle
acque di categoria B la pesca può essere esercitata:
a) con un massimo di due canne, con o senza mulinello, collocate entro uno spazio di metri cinque, con lenza armata con non più di due ami ognuna. È consentita la pesca al lancio con esca artificiale, con maschera o camolera con un massimo di quattro ami;
b) con una
mazzangola con o senza amo per l'esclusiva cattura dell'anguilla;
c)
con una bilancia avente per lato massimo della rete la
misura di metri 1,50, montata su asta di manovra. Il lato della maglia non deve
essere inferiore a millimetri 20. L'uso della bilancia è proibito nei seguenti
casi:
1) "guadando" e "ranzando";
2) quando lo specchio d'acqua è inferiore a metri cinque di
ampiezza.
In tutte le acque interne della Regione, oltre al divieto di uso di mezzi e sostanze non consentite dalla legislazione in materia di pesca, sono permanentemente vietati: la pesca con le mani, la pesca a strappo, la pesca subacquea e l'uso del sangue solido o liquido, comunque manipolato. L'uso del guadino è consentito esclusivamente come mezzo ausiliario per il recupero del pesce allamato.
Nelle acque di categoria A sono sempre proibiti l'uso e la detenzione della larva di mosca carnaia (bigattino) ed è vietata altresì, qualsiasi forma di pasturazione.
Nelle acque di categoria D sono consentiti l'uso e la
detenzione della larva di mosca cartaria (bigattino) e non si può detenere ed
usare più di gr. 500 di detta esca per giornata (5).
Al titolare della licenza di pesca è consentito portare,
per l'esercizio piscatorio, utensili da punta e da taglio atti alle esigenze
della pesca (6).
Titolo III Licenza di pesca.
Art.
9 Obbligo della licenza.
Per esercitare la pesca nelle acque interne occorre essere
titolare di licenza di pesca.
Non sono tenuti all'obbligo della licenza, nell'esercizio delle loro funzioni: a) gli addetti agli impianti di piscicoltura ed i praticanti della pesca a pagamento (7); b) il personale degli enti pubblici autorizzato o di enti pubblici titolari di diritti esclusivi di pesca, a norma delle vigenti disposizioni, alla cattura di materiale ittico a scopo scientifico o di ripopolamento. Non sono tenuti all'obbligo della licenza di pesca i minori degli anni 12purché accompagnati da persona maggiorenne, in possesso di licenza di pesca, che assuma la responsabilità relativamente agli atti di pesca del minore (8).
Art.
10 Tipi di licenza.
Le licenze di pesca sono di due tipi: -tipo "A": autorizza all'esercizio
della pesca di mestiere con tutti gli attrezzi
consentiti; - tipo "B": autorizza all'esercizio della
pesca dilettantistica.
Art.
11 Delega per il rilascio delle licenze.
I servizi relativi al rilascio delle licenze di pesca e
alla tenuta dei registri dei titolari di licenza sono delegati alle Province.
La licenza di pesca viene rilasciata dalla Provincia in cui risiede il
richiedente ed ha validità nell'ambito del territorio nazionale. La licenza
viene rilasciata previa presentazione dell'attestazione dei versamenti di cui
al successivo art. 26. Nel caso in cui il richiedente non risiede in Italia,
l'autorizzazione provvisoria (9) può essere rilasciata da qualsiasi provincia
della Regione Abruzzo nei modi e nei limiti previsti in materia della presente
legge, previo accertamento della identità della persona, e per una validità di
tre mesi dalla data di emissione.
Art.
12 Requisiti di età per la licenza.
Possono richiedere la licenza di pesca [di tipo
"A" "B" e "C"] (lO) coloro che abbiano compiuto
il diciottesimo anno di età. La licenza di pesca di tipo A, con la qualifica di
apprendista da apporsi sul documento, può essere richiesta anche dai minori di
anni diciotto che siano maggiori di anni quattordici; l'apprendista esercita la
pesca in collaborazione e sotto la responsabilità di un pescatore
professionista. La licenza di pesca di tipo B può essere richiesta anche dai
minori di 18 anni, previo assenso di chi
esercita la potestà dei genitori o la tutela (11).
Art.
13 Validità della licenza.
Le licenze di pesca hanno validità su tutto il territorio nazionale per sei anni dalla data del rilascio, subordinatamente al pagamento delle tasse di cui al successivo art. 26.
Art.
14 Deterioramento, distruzione e smarrimento della licenza.
In caso di deterioramento della licenza, il titolare può ottenere il rilascio di altra licenza (12), previa consegna del documento deteriorato. In caso di distruzione o smarrimento della licenza, il titolare ha l'obbligo di denunciare la distruzione o la perdita all'autorità di pubblica sicurezza e può ottenere il rilascio di altra licenza (13) previa presentazione di copia autentica del verbale di denuncia.
Titolo IV Tutela della fauna ittica e gestione delle acque.
Art.
15 Provvedimenti straordinari.
Per particolari esigenze relative al mantenimento o all'incremento del patrimonio ittico può essere vietata, totalmente o per determinate specie, con decreto presidenziale della Giunta, sentito il Comitato consultivi provinciale per la pesca, l'attività di pesca in corsi o specchi d'acqua, o loro tratti o parti, per un periodo non superiore a tre anni. Sussistendo i motivi sopra indicati detto periodo può essere prorogato con la medesima procedura.
Art.
16 Periodo di divieto e misure.
È
vietato l'esercizio della pesca delle specie sottoindicate:
a) carpa: dal 10 giugno al 30 giugno;
b)
luccio: dal 16 febbraio al15 marzo;
c)
persico reale: dal 25 aprile al31 maggio (14);
d) persico
trota: dal 25 aprile al 31 maggio;
e)
temolo: dal 14 gennaio al 30 aprile;
f)
tinca: dal 1o giugno al 30 giugno;
g)
trota e salmerino: dal primo lunedì di ottobre all'ultimo sabato di febbraio
dell'anno successivo.
h) gambero: dal 10 aprile al 30 giugno;
i) coregone:
dal 15 dicembre al15 gennaio;
l) cheppia: dal 15maggio al15 giugno (15);
La pesca è consentita a partire da un'ora prima del levar
del sole ad un'ora dopo il tramonto.
La pesca notturna è consentita per la sola anguilla nelle
acque di categoria B (16).
Gli attrezzi professionali da posa devono essere collocati e prelevati in osservanza del precedente secondo comma.
Le misure minime delle specie pescabili sono le seguenti:
Trota di fiumecm22
Trota di lagocm30 (17)
Salmerinocm25
Coregonecm25
Tenolocm25
Lucciocm30
Barba e cavedanocml8
Carpacm30
Tincacm20
Persico trotacm20
Persico realecml5
Anguillacm25
-
Cefalocm20
Cheppiacm18
Gamberocm9(18).
Le lunghezze minime totali dei pesci sono misurate
dall'apice del muso all'estremità della pinna caudale. La lunghezza del gambero
si computa dall'apice del rostro alla estremità del telson (coda).
In tutte le acque pubbliche, ciascun pescatore non professionale
non può catturare, per ciascuna giornata di pesca, più di sette capi
complessivi di salmonidi (19). È fatta eccezione per le acque
private collegate con le pubbliche, 111ada esse separate
agli effetti del passaggio del pesce, in cui si esercita l'allevamento, la
stabulazione, il commercio del pesce e la pesca facilitata; la stessa eccezione
è valida per le acque soggette a diritti esclusivi di pesca. In periodo di
divieto la provenienza del pesce da tali acque deve essere documentata.
Art
16-bis Calendario ittico regionale.
La
Giunta regionale, sentito il Comitato consultivo regionale provvede ad
adottare, entro il 31 dicembre di ciascun anno, il calendario ittico regionale
da attuarsi nell'anno successivo. Ciascuna provincia, entro il 31 ottobre, sentito
il Comitato consultivo provinciale, invia progetti e proposte da recepire
eventualmente nel calendario ittico.
Il
calendario ittico regionale deve contenere:
data di apertura e chiusura generale
della pesca;
classificazione delle acque di categoria A;
acque in concessione;
acque soggette a diritti esclusivi di pesca;
acque ove sussiste il divieto temporaneo di pesca;
misure minime delle specie pescabili e periodi di divieto nel corso della stagione di pesca.
La
stagione di pesca, nelle acque di categoria A, inizia l'ultima domenica di
febbraio e termina la prima domenica di ottobre. La Giunta regionale provvede
alla stampa del calendario ittico regionale e alla distribuzione alle Province
che ne curano la diffusione (20).
Art.
16-ter Zone di ripopolamento e di frega - Zone di protezione - Tabellazione.
L'incremento e la protezione del patrimonio ittico si
attuano mediante l'istituzione di "zone di ripopolamento e di frega"
e "zone di protezione". In esse l'esercizio della pesca è vietato per
il periodo di durata del vincolo. Le zone di ripopolamento e di frega vengono
istituite al fine di: a) favorire la riproduzione naturale delle specie
ittiche; b) consentire l'ambientamento, la crescita e la riproduzione delle
specie ittiche immesse per il ripopolamento del corso d'acqua; c) favorire,
mediante cattura, specie ittiche per il ripopolamento.
I ripopolamenti ittici devono essere effettuati
prevalentemente con specie ittiche nazionali nelle zone di cui al precedente
comma (21). È vietato a chiunque, nelle zone di protezione, immettere
ittiofauna senza autorizzazione della provincia competente per territorio (22).
Le zone di protezione vengono istituite in quei tratti di corsi d'acqua ove si
accertino eccezionali esigenze di tutela del patrimonio ittico.
Le zone di ripopolamento e di frega e le zone di
protezione sono istituite dalle Province territorialmente competenti, sentito
il Comitato consultivo provinciale. L'estensione di ogni zona di ripopolamento
non deve essere di regola inferiore a chilometri 2, misurati sull'asse del
corso d'acqua, e non può essere inferiore al 10% di ciascun corso d'acqua di
categoria A. Le zone di ripopolamento e di frega hanno durata di almeno due
anni; possono essere rinnovate per periodo anche di diversa durata e possono
essere istituite a rotazione, su tutto il corso d'acqua interessato, a cadenza
biennale nei tratti più idonei a favorire la riproduzione naturale. Le zone di
cui al precedente articolo devono essere indicate e delimitate da apposite tabelle
metalliche di colore bianco recante in rosso la scritta: "Zona di
ripopolamento e di frega - Divieto di pesca" oppure "Zona di
protezione -Divieto di pesca". Le
acque soggette ad altri divieti o limitazioni previsti dalla presente legge
vengono segnalate con tabelle aventi caratteristiche analoghe a quelle del
precedente comma (23).
Art. 17 Raccolta ai fini scientifici.
Il Presidente della Giunta provinciale, sentito il
Comitato consultivo provinciale per la pesca, può concedere l'autorizzazione alla
cattura o all'utilizzazione di esemplari di determinate specie ittiche per
scopi scientifici, in deroga alle norme di cui alla presente legge.
Art.
18 Importazione pesci.
L'introduzione dall'estero di specie ittiche vive, purché corrispondenti alle specie già presenti nelle acque regionali, può effettuarsi solo a scopo di ripopolamento. È vietato introdurre nel territorio regionale specie ittiche estranee alla fauna indigena, salvo che si tratti di animali destinati ai giardini zoologici, ai musei, ai circhi, e agli spettacoli viaggianti o di specie tradizionalmente destinate all'allevamento o al commercio per fini ornamentali. L'eventuale introduzione di specie diversa da quelle nazionali (24), ai fini dell'incremento della pesca, deve essere autorizzata con decreto del Presidente della Giunta provincialeprovinciale, sentito il parere del Comitato consultivo provinciale della pesca.
Art.
19 Diritti esclusivi di pesca - Concessioni.
Le Province effettuano la ricognizione dei diritti
esclusivi di pesca accertati e riconosciuti. A tal fine, tutti i soggetti
privati che ne siano titolari, sono tenuti a dame comunicazione alla Provincia
competente per territorio entro e non oltre sei mesi dall'entrata in vigore
della presente legge, esibendo la documentazione probatoria. Le Province
provvedono, entro i successivi trenta giorni, ad adottare atto deliberativo
della ricognizione effettuata da trasmettere al competente ufficio regionale.
In materia di diritti esclusivi di pesca esistenti trovano applicazione le
norme del regio decreto 8 ottobre 1931, n. 1604 (25) e successive
modificazioni; i provvedimenti relativi sono adottati dalla Giunta regionale,
sentito il Comitato consultivo regionale per la pesca.
Ai soli fini dell'incremento della fauna ittica, della
vigilanza e dell'esercizio della pesca sportiva le acque pubbliche possono
essere date in concessione dalla Provincia alle associazioni di pescatori
sportivi dilettanti, riconosciute a livello nazionale e operanti nel territorio
regionale, per un'estensione complessiva non superiore al 30% della superficie
degli specchi di acqua mediante apposita convenzione (26).
Titolo V Vigilanza e sanzioni.
Art.
20 Vigilanza.
La
vigilanza sull'osservanza della presente legge e l'accertamento delle
violazioni relative sono affidate agli agenti ittici della Provincia. Tale
attività è inoltre affidata agli ufficiali, sottoufficiali e guardie del Corpo
Forestale dello Stato, alle guardie addette al parco nazionale d'Abruzzo, agli
ufficiali ed agenti di Polizia giudiziaria, alle guardie giurate comunali e
forestali e campestri e alle guardie volontarie appartenenti alle associazioni
ittiche e protezionistiche autorizzate ai sensi delle leggi di pubblica
sicurezza. I soggetti di cui ai precedenti commi hanno i poteri di accertamento
previsti dalle leggi vigenti. Il coordinamento è affidato al Corpo Forestale
dello Stato, che curerà incontri semestrali con i soggetti di cui innanzi (27)
(28).
Art.
20- bis Corsi di qualificazione ed aggiornamento per agenti ittici.
La Regione promuove annualmente corsi di preparazione ed aggiornamento per gli agenti ittici nell'ambito del piano annuale della formazione professionale previsto dalla legislazione regionale vigente. Le materie oggetto dei corsi riguardano particolarmente la legislazione sulla pesca, sulla protezione della fauna ittica e sulla tutela delle acque e dell'ambiente in generale. Le Province organizzano annualmente i corsi di preparazione ed aggiornamento per gli agenti ittici, nel rispetto delle norme contenute nella legge regionale 5 dicembre 1979, n. 63 (29).
Art.
21 Sanzioni amministrative.
Per
la violazione delle disposizioni della presente legge, si applicano le seguenti
sanzioni:
a)
sanzione amministrativa da lire 40.000 a lire 120.000
per chiunque eserciti la pesca nelle acque di proprietà privata o in quelle
soggette a diritti esclusivi di pesca, o in quelle date in concessione senza il
consenso dell'avente diritto;
b)
sanzione amministrativa da lire 120.000 a lire 600.000
per chiunque violi i divieti di cui agli articoli 15 e 16, primo e quinto
comma;
c)
sanzione amministrativa da lire 80.000 a lire 240.000
per chiunque violi i divieti di cui agli articoli 16, secondo, terzo e quarto
comma, 17 e 18;
d)
sanzione amministrativa da lire 10.000 a lire 30.000
per ogni salmonoide eccedente il limite massimo di cattura giornaliero previsto
dall'art. 16;
e)
sanzione amministrativa da lire 60.000 a lire 180.000
per chiunque peschi senza essere titolare di licenza o sia titolare di licenza
non valida;
f)
sanzione amministrativa da lire 50.000 a lire 300.000
per chiunque immette ittiofauna senza la prescritta autorizzazione della
Provincia competente per territorio;
g)
sanzione amministrativa di lire 5.000 per chiunque sia
titolare di valida licenza e, su richiesta degli addetti alla vigilanza, non ne
faccia esibizione, unitamente alla ricevuta del versamento di cui al successivo
art. 26, nel caso in cui fornisca prove di essere titolare di valida licenza,
entro il termine di legge, all'amministrazione provinciale nel cui territorio è
avvenuta la violazione;
h)
sanzione amministrativa da lire 1.000.000 a lire
3.000.000 per chiunque peschi con materiale esplosivo, con l'uso della corrente
elettrica, con sostanze venefiche, mediante prosciugamento e deviazione di
corsi d'acqua;
i)
sanzione amministrativa da lire 10.000 a lire 30.000
per chiunque abbandoni esche o pasture o pesci
o rifiuti, lungo gli argini dei corsi d'acqua naturali o artificiali, o
nelle loro immediate adiacenze;
j)
sanzione amministrativa da lire 20.000 a lire 60.000 per chiunque violi i
divieto di cui all'art. 23;
k)
sanzione amministrativa da lire 100.000 a lire 300.000
a chiunque eserciti la pesca con le mani;
l)
sanzione amministrativa da lire 20.000 a lire 60.000 a
chiunque violi le disposizioni della presente
legge non espressamente richiamate dal presente articolo.
Il
pescato oggetto della violazione è confiscato e destinato ad enti di assistenza
e beneficienza.
Non
potrà essere rilasciata o rinnovata la licenza di pesca, per un periodo di
cinque anni, a chi abbia riportato condanne per reati in materia di pesca
previsti dalle leggi vigenti.
Le
amministrazioni provinciali disporranno il ritiro delle licenze, ancorché in
corso di validità, nei confronti di coloro che si trovino nelle condizioni di cui
innanzi. Le amministrazioni provinciali disporranno altresì la sospensione
della licenza, per il periodo di un anno, nei confronti di coloro che abbiano
violato le disposizioni di cui agli articoli 5, 8, 15, 16 e 17 per tre volte,
anche se la sanzione amministrativa sia stata pagata in misura ridotta ai sensi
dell'art. 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689 (30).
Le
amministrazioni provinciali terranno apposito registro per ogni tipo di
licenza. In tale registro, nonché sulle licenze, debbono essere trascritte le
violazioni alla presente legge e le condanne eventualmente riportate dai
pescatori per reati in materia di pesca (31).
Art.
22 Contenzioso ittico.
Le violazioni di norme che prevedano l'irrogazione della sanzione
amministrativa è accertata mediante processo verbale. Il contenzioso ittico è
affidato alla Provincia competente per territorio.
Ad essa vanno inoltrati i verbali elevati dagli agenti.
Alle infrazioni amministrative previste dal precedente articolo si applicano le
disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689 (32), in quanto compatibili.
I proventi delle sanzioni amministrative sono riscossi dalle Province nel cui
territorio è stata contestata la violazione.
Titolo VI Norme speciali.
Art.
23 Distanze minime dei manufatti e luoghi particolari.
La distanza prevista dal primo comma dell'art. 8 del regolamento sulla pesca approvato con R.D. 22 novembre 1914, n. 1486 (33), per l'esercizio della pesca in prossimità delle dighe, degli sbocchi, [dei canali,] (34) delle cascate, delle arcate, dei ponti, [dei graticci e simili] (35) delle macchine idrauliche, è ridotta (da m 40 a m IO)per quanto concerne la pesca con la canna o la mazzangola, sia a monte che a valle dei medesimi.
Art.
24 Posto di pesca.
Il posto di pesca spetta al primo occupante. Il primo occupante, in esercizio di pesca, ha diritto a che i pescatori sopraggiunti si pongano a una distanza di almeno dieci metri (36) di linea d'aria, a monte, a valle sul fronte e a tergo.
Art.
25 Gare di pesca.
Le associazioni nazionali e regionali dei pescatori
sportivi giuridicamente riconosciute (37) possono effettuare gare di pesca,
richiedendo preventivamente apposita autorizzazione alle amministrazioni
provinciali competenti per territorio. Nei tratti dei corsi d'acqua
appartenenti alla categoria "B" prescelti per tali manifestazioni e
per il periodo in cui esse si svolgono, non si applicano i divieti riguardanti
le esche e le pasturazioni e le altre limitazioni disposte, eccezione fatta per
le misure minime riguardanti i salmonidi (38). Nei tratti dei corsi d'acqua
appartenenti alla categoria "A", prescelti per le gare e per il
periodo in cui esse si svolgono, non si applica la limitazione del numero delle
catture nel caso che i tratti medesimi vengano preventivamente ripopolati con
soggetti adulti di trota. Copia del verbale di semina, controfirmate da
guardapesca provinciali, dovrà essere trasmessa all'amministrazione provinciale
competente.
Il campo di gare viene chiuso alla libera pesca e concesso
alla società organizzatrici con autorizzazione del presidente
dell'amministrazione provinciale, a partire dalle ore 5 del giorno precedente
l'inizio della manifestazione (39), sino al termine della stessa.
Titolo VII Norme finanziarie transitorie e finali.
Art.
26 Tasse di concessione regionale.
Le licenze di pesca sono soggette a tasse di concessione
regionale che consistono in una tassa di rilascio ed in una tassa annuale. I
relativi versamenti devono essere effettuati sul c/c postale n. 10456671 così
intestato: Regione Abruzzo - tassa per l'esercizio della pesca - 67100 - L'Aquila. Le tasse di concessione
regionale di cui al primo comma sono stabilite nelle seguenti misure: - licenza di tipo "A" (pescatori di
mestiere): tassa di rilascio e tassa annuale lire 16.000; - licenza di tipo
"B" (pescatori dilettanti): tassa di rilascio e tassa annuale lire
8.000. I titolari, oltre alla tassa, devono corrispondere contestualmente la
seguente soprattassa: - per la licenza di tipo "A" lire 4.000; - per
la licenza di tipo "B" lire 2.000. La tassa e la soprattassa sono
dovute in ogni caso, al momento del rilascio della licenza e poi, per ciascun
anno successivo in cui il titolare eserciti effettivamente l'attività di pesca,
mentre non sono dovute qualora non si eserciti durante l'anno. Le disposizioni
del presente articolo abrogano e sostituiscono quanto previsto dal numero
d'ordine 15 della tariffa annessa alla L.R. 29 febbraio 1980, n. 13, così come
modificata dalla L.R. 18 agosto 1983, n. 55. La misura delle tasse e
soprattasse annuali per l'esercizio della pesca nelle acque interne, va
rideterminata dalla legge regionale in materia di tasse sulle concessioni
regionali (40).
Art.
27 Ripartizione proventi.
La Giunta regionale provvede annualmente alla ripartizione dei proventi delle tasse indicate nel precedente art. 26, con le modalità descritte nel successivo articolo 29. Le somme riscosse ai sensi dell'art. 21 sono introitate nel bilancio delle singole Province, che le utilizzano per il raggiungimento degli scopi di cui alla presente legge.
Art.
28 Licenze anteriori alla legge.
Le
licenze di pesca rilasciate dalle amministrazioni provinciali anteriormente
all'entrata in vigore della presente legge conservano validità sino alla
scadenza del quinto anno, subordinatamente all'osservanza delle disposizioni
contenute nella presente legge.
Art.
29 Piano di finanziamento a decorrere dall'anno finanziario 1985.
Nel bilancio regionale viene stanziato un fondo necessario
per i seguenti finanziamenti:
a) un finanziamento in favore delle Province per le spese
relative alle funzioni ad esse delegate;
b) un finanziamento per il ripopolamento ittico annuale da
assegnare alle Province. Per i ripopolamenti effettuati dalle amministrazioni
provinciali, i relativi verbali di semina devono essere controfirmati da uno o
più rappresentanti delle associazioni di pescatori più rappresentative operanti
all'interno della provincia; (41)
c) un finanziamento per le iniziative e le spese regionali
nel campo ittico previste dalla presente legge;
d) un finanziamento in favore delle associazioni ittiche a
carattere nazionale operanti nel territorio regionale.
Le associazioni ittiche di cui al precedente comma partecipano,
con un rappresentante per ciascuna associazione, ai Comitati consuntivi
provinciali e al Comitato consultivo regionale per la pesca (42).
La Giunta regionale provvede annualmente alla ripartizione
del fondo suddetto nelle seguenti misure:
-15% per il finanziamento di cui alla lettera a);
-50% per il finanziamento di cui alla lettera b);
-15% per il finanziamento di cui alla lettera c);
-20% per il finanziamento di cui alla lettera d) (43);
Le ripartizioni tra le Province delle somme di cui alle
lettere a) e b) (44) vengono così effettuate:
-per il 50% in
proporzione al numero dei rilasci e dei rinnovi annuali di licenze nella media
degli ultimi tre anni precedenti a quello cui si riferisce lo stanziamento;
-per il 50% in
rapporto all'estensione territoriale di ciascuna provincia e alla lunghezza dei
corsi d'acqua pubblica.
La ripartizione annuale del finanziamento di cui alla lett. b), nella misura del 20% prevista dal precedente comma 2, viene effettuata dalla Giunta regionale, in parti uguali, in favore delle amministrazioni provinciali che provvedono sulla base di un regolamento autonomo all'assegnazione dei fondi in favore dei soggetti beneficiari e con le modalità di cui al successivo art. 12 (45). All'onere derivante dall'applicazione della presente legge, valutato per l'anno 1985 in lire 100.000.000, si provvede con il pari stanziamento già iscritto al Cap. 1571 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1985 la cui denominazione è così modificata: "fondo per la tutela e l'incremento della fauna ittica nelle acque interne". Per gli esercizi successivi al 1985, le relative leggi di bilancio determinano gli oneri occorrenti per i rispettivi anni nei limiti dei presunti introiti di cui al precedente art. 26. Le amministrazioni provinciali, per quanto concerne le funzioni loro delegate, sono tenute al rispetto delle disposizioni contenute negli articoli 34 e 73 della legge regionale 29 dicembre 1977, n. 81.
Art.
30 Consorzio tutela pesca.
In attesa dell'emanazione di apposita legge regionale, la
gestione provvisoria del consorzio per l'incremento e la tutela della pesca con
sede in L'Aquila, è affidata all'amministrazione provinciale de L'Aquila alla
quale viene erogato, con provvedimento della Giunta regionale, un rimborso
annuale forfettario di lire 30 milioni, a carico del fondo di cui al precedente
art. 29.
La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo. La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. È fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e farla osservare come legge della Regione Abruzzo.
(1) Pubblicata nel B.U. 12 giugno 1985, n. lO. (2) Si
veda anche l'art. 20 della L.R. n. 13 del 1987.
(3) Articolo così modificato dall'articolo 2 della
L.R. 3 aprile 1987, n.13.
(4) Si veda anche l'art. 13 della L.R n. 34 del 1995.
(5) Comma così modificato dall'art. 1 della L.R n. 34
del 1995, in precedenza modificato dall'art. 3 della L.R n. 13 del 1987.
(6) Articolo così sostituito dall'articolo 3 della
L.R 3 aprile 1987, n.13.
(7) Lettera così sostituita dall'art. 2 della L.R n.
34 del 1995.
(8) L'ultimo comma dell'articolo è stato aggiunto
dall'art. 4 della L.R 3 aprile 1987 n.B.
(9) Le parole "l'autorizzazione
provvisoria" sono state introdotte dall'art. 7 della L.R 3 aprile 1987, n.
13 in sostituzione delle precedenti: "la licenza".
(10) Espressione abrogata dall'art. 6 della L.R. 3
aprile 1987, n.13.
(11) L'ultimo comma è stato così sostituito dall'art.
6 della L.R 3 aprile 1987, n.13.
(12) Le parole "altra licenza" sono state
introdotte dall'art. 7 della L.R 3 aprile 1987, n. 13 in sostituzione delle
precedenti: "un duplicato".
(13) Le parole "altra licenza" sono state
introdotte dall'art. 7 della L.R 3 aprile 1987, n. 13 in sostituzione delle
precedenti: "un duplicato".
(14) Lettera così sostituita dall'art. 8 della L.R 3
aprile 1987, n.13.
(15) Le lettere h, i, 1,sono state introdotte
dall'art. 8 della L.R 3 aprile 1987, n.13.
(16) Le parole "nelle acque di categoria B"
sono state introdotte dall'art. 8 della L.R 3 aprile 1987, n.13.
(17) Parole abrogate dall'art. 3 della L.R n. 34 del
1995.
(18) Comma così sostituito dall'art. 8 della L.R 3
aprile 1987, n.13.
(19) Capoverso sostituito dall'art. 4 della L.R n. 34
del 1995. (20) Articolo introdotto dall'art. 9 della L.R 3 aprile 1987, n.13.
(21) Comma così sostituito dall'art. 5 della L.R n.
34 del 1995.
(22) Comma così sostituito dall'art. 5 della L.R n.
34 del 1995.
(23) Articolo introdotto dall'art. 9 della L.R 3
aprile 1987, n.13.
(24) Parola in sostituzione della precedente:
"autoctone" di cui all'art. 6 della L.R n. 34 del 1995.
(25) RD. 8 ottobre 1931, n. 1604 "Approvazione
del testo unico delle leggi sulla pesca", pubblicato nella G.D. 23 gennaio
1932, n. 18.
(26) Articolo così sostituito dall'art. lO della L.R
3 aprile 1987, n.13. L'ultimo comma
dell'articolo era stato abrogato dall'art. 1 della L.R n. 9 del 1989,
norma poi sostituita dall'art. 1 della
L.R n. 107 del 1989 come segue: "Ai fini dell'incremento della fauna
ittica, della vigilanza e dell'esercizio della pesca sportiva, le acque
pubbliche, per un'estensione complessiva non superiore al 20 per cento
della superficie degli specchi d'acqua, possono essere date in concessione,
mediante apposita convenzione, dalle Province alle associazioni dei pescatori
sportivi dilettanti riconosciute a livello nazionale ed operanti nel territorio
regionale, con numero di associati non inferiore a 3.000. Allo
scopo di favorire un'opportuna uniformità di indirizzo, la Giunta regionale,
entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, approva e
divulga una convenzione tipo".
(27) Comma aggiunto dall'art. 7 della L.R n. 34 del
1995.
(28) Articolo così sostituito dall'art. Il della L.R
3 aprile 1987, n. 13.
(29) Articolo introdotto dall'art. 12 della L.R 3
aprile 1987, n. 13.
(30) L. 24 novembre 1981, n. 689 "Modifiche al
sistema penale", pubblicata nella G.U. 30 novembre 1981, n. 329, S.O.
(31) Articolo così sostituito dall'art. 13 della L.R
3 aprile 1987, n. 13.
(32) Le parole "24 novembre 1981, n. 689"
sono state introdotte dall'art. 14 della L.R 3 aprile 1987, n. 13 in
sostituzione delle precedenti: "24 dicembre 1975, n. 706".
(33) RD. 22 novembre 1914, n. 1486 "Approvazione
di un nuovo regolamento per la pesca fluviale e lacuale", pubblicato nella
G.D. 4 febbraio 1915, n. 30.
(34) Parole abrogate dall'art. 8 della L.R n. 34 del
1995.
(35) Parole abrogate dall'art. 15 della L.R 3 aprile
1987, n. 13.
(36) La misura di "dieci metri" è stata
introdotta in sostituzione della precedente di "cinque metri"
dall'art. della 16 L.R 3 aprile 1987, n. 13.
(37) Le parole "Le associazioni...giuridicamente
riconosciute" sono state introdotte dall'art. 17 della L.R 3 aprile 1987,
n. 13 ,come modificato dall'art. 2 della L.R n. 9 del 1989, al posto delle
precedenti: "le associazioni regionali e nazionali riconosciute dai
pescatori sportivi".
(38) Comma sostituito dall'art. 9 della L.R n. 34 del
1995 già modificato dall'art. 17 della L.R n. 13 del 1987.
(39) Le parole "a partire...della
manifestazione" sono state introdotte dall'art. 17 della L.R 3 aprile
1987, n. 13 al posto delle precedenti: "a
partire dalle ore 24 del giorno precedente l'inizio della manifestazione".
(40) Comma aggiunto dall'art. 18 della L.R 3 aprile
1987 n. 13.
(41) Lettera così
sostituita dall'art. lO della L.R n. 34 del 1995.
(42) La lettera d) è stata in un primo tempo
modificata dall'art. 19 della L.R 3 aprile 1987, n. 13 ed in seguito così
sostituita dell'art. 1 della L.R n. 91 del 1992. Successivamente l'art. 1 della
L.R n. 91 del 1992 è stato sostituito dall'art. Il della L.R. n. 34 del 1995,
cui si rinvia.
(43) Comma così sostituito dall'art. 19 della L.R 3
aprile 1987, n. 13.
(44) Nel testo originario vi era anche la previsione
della lettera d), eliminata dall'art. 19 della L.R 3 Aprile 1987, n. 13.
(45) Comma già modificato ed integrato dall'art. 19
della L.R. n. 13 del 1987 e successivamente così sostituito dall'art. 11 della
L.R. n. 34 del 1995.